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giovedì 19 agosto 2010

ICI. IL COMUNE SCOPRE 300 EVASORI


MUSSOMELI - Sono quasi 300 i morosi scoperti dagli uffici comunali e che nell’ultimo quinquennio non hanno pagato l’Ici sulla seconda casa. A fornire i dati, i vertici dell’Amministrazione comunale. Un annuncio che avviene nelle ore successive all’invio delle prime 100 lettere attraverso cui viene intimata la riscossione della tassa. A questa prima tornata di “avvisi” se ne aggiungerà nelle prossime settimane una seconda e che riguarderà altri 70 contribuenti. Ed in più la posizione di un altro centinaio di presunti morosi, proprio in questi giorni, è al vaglio dei funzionari comunali. Secondo le prime stime, sarebbero quasi 300 i mussomelesi, proprietari di una seconda casa, sconosciuti all’erario. Perlopiù i beni interessati dalla verifica riguardano immobili di campagna, le classiche villette e che abbondano le contrade circostanti l’abitato. Dai controlli degli Uffici tecnici è emerso un alto grado di abusivismo. Una percentuale molto elevata di proprietari di edifici rei di eludere i versamenti relativi all’Imposta comunale sugli immobili. Da quando il Governo Berlusconi, subito dopo l’insediamento nel 2008 ha abolito l’Ici sulla prima casa, i Comuni, per via delle forti riduzioni di entrate riscontrate, hanno aumentato le verifiche e i controlli per tentare di stanare gli evasori di altri tributi. Lo stesso primo cittadino chiarisce che i risultati emersi, sono il risultato di un preciso programma elaborato l’anno passato, ai tempi della Giunta Mancuso Ter. “Le verifiche che hanno portato a scoprire i 300 casi di evasione dell’Ici- precisa Calà- affondano le proprie radici all’anno passato, ai tempi in cui io ero vice sindaco. Poi, a seguito della fine di quell’esperienza amministrativa, il piano ritrovò vigore con il commissario straordinario Maria Mistretta. Ma non possiamo non prenderci il merito di avere accelerato le verifiche e di avere ottenuto i primi e importanti risultati. Comunque il punto non è di chi sia il merito, ma in questo caso la vera necessità è di regolamentare la posizione del maggiore numero di cittadini”. L’obiettivo anche in questo caso, come in gran parte delle operazioni condotte dall’esecutivo, è di recuperare fondi necessari a rivitalizzare un Bilancio esangue. Lo scopo ultimo è di allontanare per sempre il rischio di una paralisi finanziaria o peggio ancora di respingere definitivamente le nefaste ombre del dissesto economico.

Giuseppe Taibi

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